F. Galadini, C. Varagnoli, Marsica 1915-L'Aquila 2009. Un secolo di ricostruzioni, Roma, 2016
Il volume "Marsica 1915-L'Aquila 2009. Un secolo di ricostruzioni" è consultabile presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura-Sezione Patrimonio- di Pescara e reperibile sul sito www.gangemieditore.com
Clara Verazzo, Le tecniche della tradizione. Architettura e città in Abruzzo Citeriore, Roma, 2014
Il patrimonio architettonico dell'Abruzzo meridionale, coincidente con l'attuale provincia di Chieti, in cui la presenza di centri urbani dominanti, a parte il capoluogo, si fa meno incidente e la diffusione del costruito storico sul territorio si rivela capillare, è spesso liquidato nei programmi di restauro e conservazione con una generica sentenza di inadeguatezza, ma in realtà sostanza e testimonianza dell'armatura urbana che innerva l'intero territorio regionale e che conferisce senso al paesaggio e alla stessa storia delle comunità locali. Molti di questi centri sono oggi soggetti all'abbandono, al sottoutilizzo, alle alterazioni abusive finalizzate quasi esclusivamente al consumo di suolo o all'affermazione di uno status sociale appariscente quanto effimero. E' una condizione condivisa con tutte le aree montane interne, e che trova origine nei profondi disequilibri che hanno segnato la crescita economica dell'intero Paese. Il risultato finale è che tale patrimonio costruito, viene considerato come un impedimento ad una malintesa idea di sviluppo. Lo studio di Clara Verazzo ha il grande merito di conferire dignità scientifica a questa realtà, ricostruendo con pazienza e acribia la sapienza costruttiva che è diffusa in questi esempi. Rispetto agli studi dedicati ad altre aree centro-meridionali, Clara Verazzo punto ad una visione di sintesi, affidando alle illustrazioni il compito di approfondire dettagli tecnici e costruttivi, con una maggiore presa sulla situazione attuale. Lo studio infatti si conclude con una rassegna dei principali restauri eseguiti nell'area, con considerazioni su possibili scenari di conservazione dei centri storici. Un altro tassello si aggiunge quindi alla conoscenza di un territorio, in cui si spera che questo lavoro possa essere una guida per interventi consapevoli e un fondamento di prospettive di sviluppo non incentrate sulla mera speculazione e sul consumo di suolo.
C. Varagnoli, L. Di Biase, A. Appignani(a cura di), Pescara senza rughe. Demolizioni e tutela nella città del Novecento, Roma, 2011
Il volume "Pescara senza rughe. Demolizioni e tutela nella città del Novecento" è consultabile presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura-Sezione Patrimonio- di Pescara e reperibile sul sito www.gangemieditore.com
Anna Di Nucci, L'arte di costruire in Abruzzo. Tecniche murarie nel territorio della diocesi di Valva e Sulmona, Roma, 2009
Antico/Futuro, collana diretta da Claudio Varagnoli
L'architettura tradizionale dell'Abruzzo ha sempre fatto un grande uso della pietra, soprattutto calcarea, dando vita ad una civiltà costruttiva di grande livello, malgrado i gravi danni inferti dai terremoti ricorrenti. Questo lavoro di Anna Di Nucci approfondisce il tema delle tecniche costruttive storiche nell'area appenninica centrale, esaminando il patrimonio di edilizia religiosa della antica diocesi di Valva e Sulmona, in un periodo ampio che va dal pieno Medioevo al Settecento. L'area considerata è collocata in una posizione nodale per gli scambi commerciali e culturali di ogni epoca e presenta una sua netta identità architettonica. Grazie ad una conoscenza capillare del territorio e ad una schedatura analitica di monumenti spesso poco noti o addirittura del tutto ignorati, il volume restituisce tipologie e tecniche costruttive, ma anche la storia edilizia complessiva di una città e del suo circondario. Il lavoro rivela la compresenza di fattori diversi nella costituzione del patrimonio locale: innanzi tutto il sapere tecnico ereditato dai popoli italici e dal mondo romano; poi le conoscenze apportate dalle comunità monastiche e degli avvicendamenti dinastici; infine, gli spostamenti di maestranze provenienti dalle varie regioni italiane e da Oltralpe. Emergono così alcune costanti, come la persistenza dell'opera quadrata in pietra, che assume il valore di una continuazione di modi costruttivi antichi, ripresa e variata nelle varie epoche, sempre con una notevole capacità di adattamento alle mutevoli esigenze. Lo studio delle tecniche murarie diviene così parte di una più vasta "arte del costruire", con l'obiettivo della sua valorizzazione e trasmissione alle generazioni future
C. Varagnoli(a cura di), Muri Parlanti, Firenze, 2009
C. Varagnoli(a cura di), Terre murate. Ricerche sul patrimonio architettonico in Abruzzo e Molise, Roma, 2008
Antico/Futuro, collana diretta da Claudio Varagnoli
Una serie di studi dedicati all'edilizia storica in Abruzzo-e in parte in Molise-fornisce una serie di conoscenze finalizzate al restauro e alla conservazione del vasto patrimonio architettonico seriale e diffuso, ma non per questo minore. Le indagini sulle architetture in laterizio in Abruzzo (C. Varagnoli, L. serafini) offrono uno spaccato di un'inedita civiltà costruttiva. Sulla stessa scia, si pone lo studio sulle pavimentazioni storiche, mentre l'ampia rassegna sulla costruzione tradizionale in pietra in Molise analizza un gran numero di esempi anche inediti (E. Zullo). Approfondimenti sull'Abruzzo meridionale e sul palazzo baronale di Castiglione a Casauria sono offerti da C. Verazzo e F. Marmo. Altri contributi prendono in esame singoli episodi edilizi (D. Giandomenico; A. Colanzo, E. Travaglini; L. Mariani; L. Odorisio, A. Giandonato; G. Naccarella; S. Di Blasio, E. Di Stefano) o specifiche tecniche costruttive (G. Calabrese), con aperture a temi progettuali anche attuali, come il caso del teatro romano di Teramo (G. Bacchetta, C. Di Paolo). La storia delle tecniche costruttive è così presentata come indagine che cerca di cogliere, invece dei tipi fissi nella loro immutabilità, le significative variazioni che seguono, con il distacco e la viscosità del cantiere tradizionale, le evoluzioni più libere delle grandi creazioni architettoniche.
C. Varagnoli(a cura di), Abruzzo da salvare/1, Villamagna (CH), 2008
Claudio Varagnoli, La costruzione tradizionale in Abruzzo, Roma, 2008
Lucia Serafini, Danni di guerra e danni di pace, Villamagna (CH), 2008
Nella storia dell'Abruzzo, la seconda guerra mondiale ha avuto l'effetto di un evento risolutivo. Le distruzioni che la regione ha subito nei sei mesi in cui il fronte ha ristagnato sul suo territorio, ne hanno per la prima volta scosso dalle fondamenta la cultura, dilatandone gli orizzonti e prospettando alternative possibili. La questione non è tanto nella quantità dei danni, grandi ma non superiori, alla resa dei conti, di quelli sofferti dalle altre regioni direttamente investite dalle azioni belliche. In Abruzzo le bombe hanno avuto un effetto diverso, portando a livello della coscienza comune un retaggio di povertà e ritardi fino ad allora rimasto nascosto o al più fatto oggetto di esercitazioni letterarie. La forza di questa scoperta è tale da fissare le basi di un'altra storia, molto più breve, ma molto più veloce in ordine alle trasformazioni indotte, accelerate da un'urgenza di modernità divenuta all'improvviso prioritaria rispetto a tutto il resto. Il nuovo volto della regione è da qui che prende avvio, partecipando di un processo di emancipazione dal passato che ne ha rinnovato, insieme al costume, alla mentalità e agli apparati produttivi, anche il paesaggio urbano e naturale. La straordinaria performance unanimamente riconosciuta all'Abruzzo del secondo dopoguerra è stata oggetto negli ultimi anni di numerosi studi a carattere economico e sociale. A fronte di questi poco è stato fatto riguardo alle trasformazioni del patrimonio edilizio e della nuoava compagine che le città del dopoguerra hanno assunto.Il lavoro che qui si propone tenta di colmare questa lacuna, dando espressione alla prima fase di una ricerca che prova a mettere a confronto il prima e il dopo delle città abruzzesi colpite dalla guerra, per intendere il senso e le ragioni di una vicenda altrimenti inconprensibile.
Claudio Varagnoli, La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento, Roma, 2008
Il volume "La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento" è consultabile presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura-Sezione Patrimonio- di Pescara e reperibile sul sito www.gangemieditore.com
Claudio Varagnoli, La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento, Roma, 2008
Il volume "La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento" è consultabile presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura-Sezione Patrimonio- di Pescara e reperibile sul sito www.gangemieditore.com
Claudio Varagnoli, Abruzzo, un ritratto edilizio, Roma, 2008
Contributo in Varagnoli C., (a cura di), La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento, Roma, 2008
Il testo integrale del contributo e il volume "La costruzione tradizionale in Abruzzo. Fonti materiali e tecniche costruttive dalla fine del Medioevo all'Ottocento" sono consultabili presso la biblioteca del Dipartimento di Architettura-Sezione Patrimonio- di Pescara e reperibili sul sito www.gangemieditore.com
Francesca Marmo, L'innovazione nel consolidamento. Indagini e verifiche per la conservazione del patrimonio architettonico, Roma, 2007
Antico/Futuro, collana diretta da Claudio Varagnoli
Il volume passa in rassegna lo stato dell'arte del consolidamento, le cui evoluzioni recenti impongono una riflessione sul percorso intrapreso e sui rapporti con i fondamenti della conservazione. Si tratta di una materia ancora in evoluzione, come la tecnologia dei materiali fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP) o i sistemi di protezione passiva per la mitigazione del rischio sismico mediante le leghe a "memoria di forma": materiali e tecniche che, nonostante la diffusione, mantengono ancora stretti legami con la fase sperimentale. si assiste ad un passaggio di cui pochi hanno avvertito le implicazioni teoriche ed operative. non abbiamo più a che fare con uno sconto fra diverse ed antitetiche culture del costruire, ma con l'impiego di prodotti di varia estrazione che si presentano come strumenti neutrali di un'attività di presidio il cui unico compito sembra essere quello di incrementare i margini di efficienza e di stabilità perduti. L'obiettivo sta appunto nel verificare se l'ideale illuministico di sostenere le antiche fabbriche senza alterare la forma sia oggi più vicino, per delineare una "critica della ragion strutturale" pronta a mettere in discussione i fondamenti della disciplina del restauro, ma anche a verificare la tenuta delle tante proposte oggi sul mercato.
Aldo Giorgio Pezzi, Tutela e Restauro in Abruzzo. Dall'Unità alla Seconda Guerra Mondiale (1860-1940), Roma, 2005
Antico/Futuro, collana diretta da Claudio Varagnoli
Nota soprattutto per le invasive campagne di ripristino degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, la storia del restauro in Abruzzo costituisce in realtà un'occasione per verificare l'applicazione a scala regionale di principi e metodi che la cultura italiana andava faticosamente mettendo a fuoco nella fase post-unitaria. Dopo l'incerto avvio della tutela secondo criteri moderni, emerge l'azione di letterati-tra cui Gabriele d'Annunzio- e di eruditi e storici abruzzesi (Antonio De Nino, Pietro Piccirilli, Angelo Leosini fra gli altri) ben inseriti nel contesto nazionale e raccordati con l'amministrazione centrale. Il profilo storiografico dell'architettura regionale che ne deriva risulta fortemente arricchito, grazie all'indagine su figure ed opere spesso inedite. Un momento di svolta è rappresentato dalla ricostruzione successiva al terremoto marsicano del 1915, che vede l'applicazione di materiali e criteri innovativi sullo sfondo del dibattito nazionale-auspice Gustavo Giovannoni, buon conoscitore dell'Abruzzo-destinati ad alimentare l'operato della Soprintendenza regionale fino alle profonde ferite inferte dalla seconda guerra mondiale. Il volume rivela così come la storia del restauro costituisca oggi un momento di fondamentale per l'analisi del patrimonio architettonico e per un corretto inquadramento dei sempre mutevoli strumenti operativi e critici per la conservazione.
Enza Zullo, Giulio De Angelis architetto: progetto e tutela dei monumenti nell'Italia umbertina, Roma, 2005
Antico/Futuro, collana diretta da Claudio Varagnoli
La prima monografia su Giulio De Angelis, architetto fra i migliori della Roam di fine Ottocento, noto al grande pubblico almeno per un edificio: la sede degli ex Magazzini Bocconi in largo Chigi, uno dei pochi autentici avamposti della modernità nella Capitale umbertina. L'analisi serrata sull'attività di De Angelis costituisce l'occasione per indagare tendenze e incertezze di uan generazione di architetti che cercava di rispondere ai bisogni della società in cambiamento: la sede del "Popolo Romano" in via Due Macelli, la Galleria Sciarra e gli edifici vicini, i villini al Macao e al Gianicolo testimoniano lo sforzo di rinnovare il panorama architettonico cittadino e nazionale, grazie anche alle conoscenze delle esperienze maturate in Francia e negli Stati Uniti. Un momento importante nella carriera di De Angelis è rappresentato dalla direzione dell'Ufficio Tecnico Regionale per la Conservazione dei Monumenti (la futura Soprintendenza), che gli consente di gestire importanti cantieri di manutenzione e restauro tra Roma, il Lazio e l'Abruzzo, con innovazioni di rilievo nelle soluzioni tecniche approntate; alla sua reggenza risale infatti una delle opere più sintomatiche del periodo, il restauro della Loggia dei Papi a Viterbo.
C. Varagnoli(a cura di), Conservare il Passato, Roma, 2003
Faut-il restaurer les ruines? si chiedeva nel 1991 un convegno della Direction du Patrimoine a Parigi, ponendo in primo piano l'ambigua condizione del rudere, frutto di un particolare equilibrio con la natura e quindi per questo difficilmente assoggettabile ai metodi del restauro; ma anche conseguenza dell'abbandono, della distruzione o addirittura della falsificazione operata dall'uomo e quindi ugualmente prodotto della cultura nel suo storico sviluppo. e la questione continua a porsi, poiché il restauro dei resti archeologici registra con sorprendente immediatezza mutazioni e variazioni di più ampio respiro che lo pongono costantemente al centro del pubblico dibattito. Sono raccolti in questo volume gli atti di due giorni di incontri organizzati nel settembre 2003 dalla Soprintendenza Archeologica per l'Abruzzo, dalla Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma e dal Dipartimento di Scienze, Storia dell'Architettura, Restauro e Rappresentazione dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara. L'Auditorium "Valerio Cianfarani" del museo "La Civitella" di Chieti e l'aula magna della Facoltà di Architettura di Pescara hanno quindi ospitato due giorni di serrati confronti scientifici. in un'atmosfera informale e scevra delle ritualità che in altre sedi rendono il dibattito una noiosa formalità, architetti, archeologi, ingegneri e altri specialisti si sono confrontati su alcuni aspetti del restauro nelle aree archeologiche, con una particolare attenzione al tema della gestione e della protezione delle zone di scavo.
Claudio Varagnoli, Lo stato dell'arte in Abruzzo, Napoli, 2003
Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca. L'indagine documentaria. Atti del I e del II Seminario Nazionale (a cura di G. Fiengo, L. Guerriero)
Claudio Varagnoli, Il cantiere tradizionale in Abruzzo: la ricerca documentaria e archivistica, Napoli, 2003
Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca. L'indagine documentaria. Atti del I e del II Seminario Nazionale (a cura di G. Fiengo, L. Guerriero)
Lucia Serafini, La costruzione in laterizio: materiali, forme, tecnologie in Abruzzo, Napoli, 2003
Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca. L'indagine documentaria. Atti del I e del II Seminario Nazionale (a cura di G. Fiengo, L. Guerriero)
Enza Zullo, La costruzione tradizionale ad Isernia nelle fonti ottocentesche, Napoli, 2003
Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca. L'indagine documentaria. Atti del I e del II Seminario Nazionale (a cura di G. Fiengo, L. Guerriero)
Aldo Giorgio Pezzi, Tecniche e materiali tradizionali nei cantieri di restauro abruzzesi, Napoli, 2003
Atlante delle tecniche costruttive tradizionali. Lo stato dell'arte, i protocolli della ricerca. L'indagine documentaria. Atti del I e del II Seminario Nazionale (a cura di G. Fiengo, L. Guerriero)
M. Civita, C. Varagnoli(a cura di), Identità e Stile. Monumenti, città, restauri tra Ottocento e Novecento, Roma, 2000